Esercitazione CAEX I 2018

L’Aviazione dell’Esercito da 14 al 25 maggio scende in campo con l’Esercitazione CAEX I 2018 (Complex Aviation Exercise). Dopo una prima fase di pianificazione da parte dei Comandanti (Esercitazione Quadri) svoltasi a Viterbo dal 9 al 15 aprile scorso, i reparti della Specialità sono pronti a iniziare questa seconda fase pragmatica di addestramento. Scopo dell’esercitazione approntare e validare gli assetti dell’Aviazione dell’Esercito da impiegare nei Teatri Operativi al fine di verificare e affinare le capacità di condotta delle operazioni nella terza dimensione; nonché condurre un processo decisionale di pianificazione per amalgamare il personale delle unità e sviluppare in condotta la capacità di gestire situazioni di crisi. Ente pilota di questa esercitazione il Comando Aviazione dell’Esercito, sotto la guida del Generale di Brigata Paolo Riccò, ma diversi sono i reparti interessati: Comando di Sostegno Aviazione dell’Esercito, Comando Brigata Aeromobile “Friuli”, Comando Brigata RISTA/EW, Policlinico militare “Celio”, Centro Militare Veterinario, 1° Reggimento Aviazione dell’Esercito “Antares”, 2° Reggimento Aviazione dell’Esercito “Sirio”, 3° Reggimento Elicotteri per Operazioni Speciali “Aldebaran”, 4° Reggimento Aviazione dell’Esercito “Altair”, 5° Reggimento Aviazione dell’Esercito “Rigel”, 7° Reggimento Aviazione dell’Esercito “Vega”, 66° Reggimento Fanteria Aeromobile “Trieste”, 17° Reggimento Artiglieria Controaerei “Sforzesca”, 186° Reggimento Paracadutisti “Folgore”, 41° Reggimento “Cordenons”, 7° Reggimento Difesa NBC e 11°Reggimento Trasmissioni. Attraverso attività di pianificazione, organizzazione e condotta di operazioni militari ovviamente sfruttando la terza dimensione, i reparti esercitati dovranno affrontare due settimane di intenso addestramento con lo scopo di “validare l’approntamento delle unità dell’Aviazione dell’Esercito per il successivo impiego in Teatro d’Operazione”: praticamente vengono riprodotte su scala reale operazioni e tattiche che verranno poi utilizzate dai reparti nelle operazioni in Iraq e Afghanistan La prima settimana, volta al raggiungimento del giusto livello di integrazione dei vari elementi, ha il fine di combinare al meglio le capacità specifiche di ogni reparto. Nella seconda, di vero e proprio addestramento real life, gli assetti esercitati dovranno rispondere in maniera tempestiva ed efficace alle attivazioni che “a tamburo” verranno loro lanciate. L’area di esercitazione è una ipotetica nazione chiamata Skolkan dove mezzi aerei supportano truppe di terra sono impegnate a liberare personale civile e diplomatico preso in ostaggio da forze ribelli e terroristi. In queste operazioni vengono simulate operazioni VetEVAC ossia evacuazione veterinaria con l’impiego di cani appositamente addestrati per ricerca esplosivi ed altre speciali attivita’ che vengono soccorsi in caso vengano feriti durante le operazioni con evacuazioni MedEVAC come veri e propri soldati proprio come vengono considerati. L’area addestrativa abbraccia complessivamente 3 regioni, Lazio, Umbria e Toscana con base operativa a Viterbo, presso l’Eliporto “Chelotti” e l’Aeroporto “Fabbri” ed ha compreso oltre 600 militari non che’ velivoli dell’Aviazione dell’Esercito di cui 8 AH-129, 8 UH-90, 3 UH-205, 2 HH412, 1 HH212 e 4 CH-47, un aereo UC-228 sistemi Istar, sistemi di comando e controllo e di contro-interdizione quali Raven, safe Strike e Skyguard Aspide. Vengono utilizzati droni di osservazione e sistemi di simulazione d’arma Miles e Simunition. Il 21 maggio, il via alla seconda settimana dell’esercitazione congiunta dell’Aviazione dell’Esercito CAEX I 2018.

Due attività, svoltesi alla presenza del Comandante dell’Aviazione dell’Esercito, Generale di Brigata Paolo Riccò, hanno interessato le due aree addestrative del poligono di Monti di S. Andrea la mattina e dell’ex polveriera di Tarquinia nel pomeriggio.

La prima attività, volta alla cattura di un high value target (obiettivo ad alta valenza nell’accezione di leader nemico), ha avuto inizio alle ore 10.30 e ha visto l’impiego di 3task group (reparti in addestramento) ai quali sono stati assegnati 3 diversi settori. L’obiettivo, costituito dall’edificio sede del comandante nemico, era circondato da 3 posti di osservazione e allerta equipaggiati con 3 mitragliatrici medie che fornivano la sicurezza al comandante e quindi di conoscere in anticipo i diversi assetti a lui ostili.

L’operazione ha quindi previsto l’acquisizione di questi 3 posti di osservazione mediante 3 elicotteri d’attacco AH-129 “Mangusta” nonché, in concorso di forza, elicotteri UH-90 con l’immissione sul campo di plotoni aeromobili. Immediatamente dopo, l’intervento di un elicottero CH-47 F ha sbarcato un plotone del 66° Reggimento di Fanteria Aeromobile “Trieste” che ha provveduto alla bonifica dell’edificio portando a termine la missione di cattura dell’obiettivo. In questo contesto, sono stati impiegati assetti cinofili specializzati nella ricerca di esplosivi nonché assetti Medevac e Vetevac, volti al recupero di persone e animali feriti. Al termine di tali operazioni, sono state quindi effettuate due attività di personnel recovery (recupero di personale rimasto isolato).Diversamente dall’attività condotta nella mattinata, quella del pomeriggio, presso l’ex polveriera di Tarquinia, ha visto come missione principale l’estrazione di personale diplomatico italiano tenuto in ostaggio da gruppi di insurgent nella sede del Consolato italiano in teatro d’operazione. Nella scorsa settimana era già stato emanato un piano di contingenza per permettere ai task group di pianificare l’operazione. All’atto pratico, l’attività si è svolta inizialmente con l’ingaggio dell’area da parte degli elicotteri AH-129 e, successivamente con l’immissione di assetti cinofili prima, e plotoni elisbarcati da elicotteri UH-90 e CH-47 F che hanno dato inizio a un rastrellamento degli edifici. Quasi in contemporanea, altri 2 plotoni sono stati immessi in teatro tramite operazioni di fast rope. E ‘stato quindi effettuato, tramite un elicottero HH-412, un recupero al verricello di personale del corpo diplomatico rimasto isolato su un tetto.  Anche qui si è potuto assistere a un’attività di Forward Medevac. In prima battuta, un VTLM “Lince” semioticamente associato a un AH-129, è stato prontamente scardinato mediante l’utilizzo di un kit di estrazione per permettere il prelievo del ferito, identificato con un simulatore avanzato di paziente SimMan 3G, poi recuperato al verricello da un elicottero AB-205.

Reportage: Claudio Toselli